Un uomo seduto in un bar, al tavolo in fondo. Sta sempre lì, giorno e notte, riceve visite di continuo.
Ognuno dei suoi clienti vuole qualcosa, è spinto da un desiderio profondo, un desiderio difficile da realizzare, se non impossibile. Eppure…tutto per quell’uomo sembra possibile. “Si può fare”, ripete a ciascuno. C’è un prezzo da pagare, però.
Chi è quell’uomo e chi stabilisce le regole? Non è importante.
Perché le scelte e le conseguenze riguardano solo gli uomini che si siedono davanti a lui in quel caffè, sta a loro definire cosa è il bene e cosa è il male, completamente liberi di scegliere la loro strada. Sono quegli uomini bisognosi di miracoli che, di volta in volta, tornano a raccontare come procede la loro vita tessendo una trama in cui le loro storie s’intrecciano, si complicano e si fanno sempre più tese, magnifiche o terribili, tragiche o piene di poesia. E nemmeno quell’umile intermediario, davanti a tanta umanità, riuscirà più a rimanere impassibile…
PAOLO GENOVESE
Nato a Roma nel 1966, Paolo Genovese è laureato in Economia e Commercio. Inizia a lavorare presso McCann Erickson Italiana realizzando spot premiati a vari festival nazionali e internazionali. E’ stato docente di “Tecnica e linguaggio audiovisivo” presso l’Istituto Europeo di Design e di “Tecnica e linguaggio pubblicitario” presso la Scuola Superiore di Comunicazione di Telecom Italia (Res Romoli). In campo pubblicitario ha diretto oltre duecento spot, vincendo numerosi premi nazionali e internazionali. Tra queste Tim, Tre, Mac Donalds, Buitoni, Algida, Findus, Corriere della sera, Rai, Perlana, Q8, Kellogs, Renault, Citroen, Coop, National Geografic, Motta, Vitasnella, Cirio, Birra Moretti, Vanity Fair, Repubblica, Ferrarelle, Studio Universal, Lasonil, Alleanza e Alpitour. Nel 2003 è stato eletto miglior regista pubblicitario dell’anno da una giuria nominata dalle riviste di settore.
In campo cinematografico nel 2001 scrive e dirige con Luca Miniero il film “Incantesimo Napoletano”, vincitore di un David di Donatello e due Globi d’Oro. Sempre in coppia con Miniero, nel 2003, scrive e dirige “Nessun messaggio in segreteria” con Carlo Delle Piane, Pierfrancesco Favino e Valerio Mastandrea mentre, nel 2006, è la volta di “Viaggio in Italia” con Licia Maglietta e Antonio Catania, interessante esperimento di un film “in pillole”, trasmesso in 20 micro puntate dal programma Rai Tre “Ballarò” condotta da Giovanni Floris. Tre anni dopo, nel 2008, torna a scrivere e a dirigere con Miniero, per la Buena Vista, “Questa notte è ancora nostra” con Nicola Vaporidis. Nello stesso anno cura la regia di “Amiche mie”, mini serie per Canale 5 con Margherita Buy, Elena Sofia Ricci, Luisa Ranieri e Cecilia Dazzi. Dal 2010 Genovese inizia un periodo particolarmente proficuo firmando, con cadenza annuale, numerose commedie di successo, vincendo un biglietto d’oro e due d’argento: a “La banda dei Babbi Natale” (dicembre 2010) con Aldo, Giovanni e Giacomo, che registra un box office di oltre 23 milioni di euro, seguono “Immaturi” (21 gennaio 2011) e “Immaturi – Il viaggio” (5 gennaio 2012), entrambi campioni di incasso. Per “Immaturi” ha avuto numerose candidature al David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Nel 2012 realizza “Una famiglia perfetta” con Sergio Castellitto, Claudia Gerini e Marco Giallini. Il film, vincitore di numerosi festival internazionali, è candidato ai David, ai Nastri e ai Globi d’oro. Vince il Ciakd’Oro come miglior commedia. Nel 2013 scrive e dirige “Tutta colpa di Freud” con Marco Giallini e Anna Foglietta, che riscontra un grande successo di pubblico e critica. Nel 2014 torna sul set per dirigere “Sei mai stata sulla luna?”, in sala a gennaio 2015. Nel 2016 realizza “Perfetti sconosciuti”, con cui trionfa ai David di Donatello come miglior film dell’anno, aggiudicandosi anche il David per la miglior sceneggiatura. Tra i tanti riconoscimenti: tre Nastri d’Argento (miglior commedia, migliore canzone originale, Nastro d’Argento speciale a tutto il cast), il Globo d’Oro (miglior commedia), quattro Ciak d’Oro (miglior film a Paolo Genovese, migliore sceneggiatura a Paolo Genovese, migliore sceneggiatura a Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini, Rolando Ravello, migliore attore protagonista a Marco Giallini, migliore canzone originale (Perfetti sconosciuti) a Bungaro, Cesare Chiodo e Fiorella Mannoia. “Perfetti sconosciuti” vince al Tribeca Film festival di New York per la miglior sceneggiatura.
di LDF
1) Chi è quell’ “uomo” seduto al tavolino di un bar e che riceve visite di continuo?
2) Sembra che egli sia quello che stabilisce le regole di fronte a ogni richiesta che gli fa colui che siede davanti a lui. E’ cosi? Oppure…..
Quando l’ “uomo” accetta di esaudire la richiesta vuole qualcosa in cambio: un qualcosa che può essere anche una violenza o un delitto. C’è qualcuno che rifiuta questo proditorio accordo?
3) Paolo Genovese, co-sceneggiatore e regista del film, vede, in quegli incontri, una scelta: la scelta tra il bene e il male in cui ognuno è completamente libero di scegliere la propria strada. E questa è la vita, sia che si vada verso il male (la maggioranza di coloro che incontrano l’“uomo” misterioso), sia verso il bene. Perché la maggioranza è disposta ad accettare il “dout ut des”?
4) Ognuna di queste persone, prima di chiedere ciò che vorrebbe dall’ “uomo” misterioso, gli parla della sua vita, delle tragiche situazioni cui è andato incontro e che lo hanno spinto ad andare in quel bar e a sedersi a quel tavolino e a chiedere aiuto. Ma lo scambio, qualora ognuno di loro lo accetti, quanto gli costa?
5) Perché Paolo Genovese definisce l’ “uomo”, seduto al tavolino che accoglie gli altri un “umile intermediario”? Intermediario di chi?
Forse delle persone che si siedono davanti a lui per fargli delle richieste e che egli pone di fronte alla scelta tra il bene e il male?
6) Perché Paolo Genovese afferma anche che tutti coloro che siedono davanti all’ “uomo” narrano storie terribili e tragiche o piene di poesia? Eppure ognuno di loro ha qualcosa da chiedergli e se accetta lo scambio deve pagare: il male con il male e non il bene con il bene.
7) Che voleva dire Genovese con questo film?